Via del sale atto I
Avventura s. f. [dal fr. aventure, che è il lat. adventura «ciò che accadrà», neutro pl. del part. fut. D advenire «giungere»]. –1.a. Caso inaspettato, avvenimento singolare e straordinario b. Impresa rischiosa ma attraente e piena di fascino per ciò che vi è in essa d’ignoto o d’inaspettato. Per estens., prova, esperienza il cui esito è incerto o casuale (o che comunque si tenta avventatamente, con leggerezza, senza seria preparazione)
Doveva
essere un ardimentoso progetto “going solo”.
Lanciarsi in un trekking solitario in montagna, in una stagione dal
meteo incerto in cui solitamente appendevo le scarpe o la bici al
chiodo per qualche giorno per concedermi una pausa e lasciar correre
solo la mente sugli obiettivi per la stagione successiva.
Un
anno fa infatti, durante il ponte dei morti mi lanciavo in una
riflessione-outing su come lo sport ci frigga il cervello e le
relazioni. Quest'anno però ho rivolto la mia attenzione altrove.
Penso
che il mio più grande limite sportivo sia sempre stato la mancanza
di consistency nell'allenamento, i troppi alti e bassi, i
troppi stop per infortuni, i troppi periodi senza una direzione
precisa. Prima di pensare al 2019 (che terrò in sospeso fino ai
sorteggi dell'UTMB, o meglio di una certa sua sorella cattiva) penso
quindi sia il momento di trovare nuovi stimoli oltre la competizione,
per rimanere allenato senza dovermi per forza allenare per qualcosa.
Ho deciso di chiamare questa nuova campagna “Il mio inverno è
differente”. E questa è solo la prima tappa.
Non
so perciò dire se sia arrivata prima l'idea della tesi di laurea sul
trekking o la voglia di avventura, in ogni caso la volontà di
approfondire alcuni aspetti tecnico-scientifici si è rapidamente
fusa al semplice desiderio di mettersi in cammino.
Dunque
eccoci qui: Giovedì 8 Novembre.
La
voglia bruciante di fare lo zaino e partire, di macinare chilometri e
staccarsi dal mondo con la scusa di fare “un esperimento per la
tesi” era già nella mia testa da settimane. Da giorni erano
impilati i vestiti, gli scarponi nuovi ciclicamente indossati e
riempiti di carta per essere ammorbiditi, la app del meteo ormai
fissa sulle webcam di Limone in attesa che le intemperie concedessero
una tregua.
Sono
bastati pochi messaggi per convincere Filippo. Un “dopodiché?”
buttato lì, a far intendere che la risposta gliela stavo per fornire
io stesso.
Il
resto è storia, nel vero senso della parola. Due battute sui forti
del colle di Tenda, sui Trattati di Parigi e sulla necessità di un
nuovo moto irredentista, due rassicurazioni sulla praticabilità
della cosa ed ecco che il mio progetto going solo
prende una piega diversa, di coppia, forse meno agonistica ma
sicuramente più rassicurante.
L'idea
è semplice: approfittare di un'ultima finestra di bel tempo per un
trekking di 4 giorni in montagna, prima questa diventi terreno per
gli scialpinisti. Ci sarà comunque da calpestare la neve, e ci sarà
da prendere del freddo, si. Ma d'altronde ci sarà tutto l'inverno
per ritirarsi in riviera. Troppo facile fare trekking ad agosto,
improvvisandosi camminatori giusto il tempo di farsi due foto con
quegli scarponi che prontamente torneranno a prendere polvere. Ma chi
va in montagna a Novembre? Nessuno. Eppure, e ve lo dimostrerò, i
paesaggi sono anche più belli che d'estate.
Dopo
qualche ricerca anche in posti poco plausibili, ecco la location
perfetta: la Via del Sale, 120km circa da Limone a Ventimiglia.
Più
nota come itinerario da MTB, si snoda su suggestive strade militari
lungo il confine italo-francese e si ricollega all'Alta Via dei Monti
Liguri per poi scendere rapidamente verso il mare. Nonostante mi
piacciano gli itinerari con una partenza ed un arrivo ben definiti, è
un trekking che avevo sempre catalogato come interessante ma noioso,
proprio per i lunghissimi tratti su strade larghe e senza particolari
difficoltà o distrazioni. Ma in questo caso significa proprio avere
un tracciato sicuro, agibile anche nel caso (probabile) fosse rimasta
la neve sopra i 2000m. E nella migliore delle ipotesi, poi, sarà
possibile fare dei tratti sui più scenografici sentieri della GTA
(Grande Traversata delle Alpi) che percorrono il crinale senza
aggirare le cime come invece fa spesso la strada militare.
Studiando il percorso |
Memore
degli errori passati, questa volta non voglio lasciare niente al
caso. Traccio il percorso su Strava, valutando eventuali possibili
tagli su sentieri ma optando per la via più lunga, fatta eccezione
per la discesa dal Saccarello (e qui mi scappa un ahimè!) da
cui potremo prendere l'Alta Via. Faccio una bozza delle tappe e di
dove fermarsi a dormire tentando di sfruttare i rifugi con un
eventuale locale invernale aperto, compro una cartina nuova e mi
faccio prestare un Garmin fenix (un gioiellino gps decisamente più
affidabile del mio), ricontrollo l'abbigliamento e l'attrezzatura e
istruisco Filippo sul necessario, facciamo un ultimo fondamentale
giro di compere e spesa, cerco di risparmiare ogni grammo possibile
di peso ma, alla fine, decido di portare delle scarpe di riserva,
consapevole dell'azzardo di camminare 4 giorni con gli scarponi
nuovi. Preparo l'attrezzatura per la tesi per me e per Filippo,
carico i powerbank, controllo e ricontrollo le webcam delle piste di
Limone e, finalmente, vedo diradarsi la nebbia: la neve caduta nel
ponte si è sciolta quasi del tutto, decido di lasciare a casa anche
i ramponcini (e mi scappa un altro ahimè).
Dopo
due settimane di attesa ci siamo, finalmente.
Mercoledì
14 Novembre, appuntamento ore 6.15 stazione Principe. Pronti
a partire.
Non avevamo davvero idea di cosa ci attendeva.
Non avevamo davvero idea di cosa ci attendeva.
Terzo ahimè.
Commenti
Posta un commento