Tutte le strade portano a Courma



8 Agosto - Col di Nana (AO)
E' una bella giornata, ma in cima trovo solo un francese che attende i suoi spompati compagni. Un saluto, poi la solita domanda "Fai il Tor?". Non esiste altra domanda qui, ad agosto.
Mi imbarazza quasi rispondere "No, il Tot dret!". I precedenti fallimenti su questi sentieri li ometto con nonchalance.
"Ah, le petit!"

Si, ecco, petit. Siamo figli di un dio minore, noi del Tot Dret!
D'altronde ho snobbato anch'io questa gara, per un paio di anni. Sentivamo davvero il bisogno di un'altra gara? Di un mini-Tor, per i delusi dal sorteggio o per i deboli di cuore?
Probabilmente no, ho pensato. E' solo una scelta di marketing, un tentativo di scopiazzare Chamonix.
Poi le prime due edizioni sono state una carneficina, tantissimi restano fuori dai cancelli ed i "top" che partono forte e saltano come tappi. Interessante.
Poi guardo meglio l'altimetria, il solito bel profilo dentellato, e quei 12000m di dislivello (secondo me fasulli, ma mettiamo siano anche "solo 10/11-000..): due mila in più di sua maestà UTMB, per 40km in meno... Insomma, questa sorellina del Tor è "petit" tanto quanto Caster Semenya.

Ad ogni modo, ho provato a dimenticare il Tor, e due volte ho tentato la sorte con la lotteria delle gare di Chamonix. Ed entrambe le volte sono stato respinto.
Che sia stato un segno? Forse ho ancora un conto in sospeso con il versante italiano del Monte Bianco prima di poter svalicare.
Non sono superstizioso, non credo nel destino, ma mi piacciono le cose che hanno un significato. I chilometri riportati dalle tabelle di marcia del Tot Dret sono 134. Esattamente quelli che ho fatto al Tor due anni fa. Non sarà una rivincita, non una vendetta, e non chiuderà nemmeno il conto aperto che ho lasciato quella notte a Champorcher. Diciamo che, se tutto andrà bene, sarà un 1-1 e palla al centro.
Ho sognato spesso il Malatrà e l'arrivo a Courmayeur. Ho urlato allo specchio immaginandomi al traguardo, un misto di esultanza e liberazione. Sarà la volta buona? Solo a metà, forse. 1-1, ho detto.

Mi piacciono le cose con un significato, ho detto. Correre in Val d'Aosta è una di queste.
Non mi interessa se gli organizzatori son dei ladri, se il Tor "non è un vero trail", se non ha il livello di altre gare. Quando corro, cammino o rantolo per i colli della Vallee sono al mio posto, e non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo. Poter fare queste gare è , un privilegio, una fortuna, quasi un atto di fede.
Ma che ne parlo a fare, allora? Forse aveva ragione Wittgenstein quando diceva che "Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere"

E allora spero di trasmettervi ancora una volta una piccola parte di questa pazzia!
Se volete seguire la gara basta andare su https://live.tordesgeants.it/# e cliccare su TOR130.
Altrimenti, ci rivediamo presto su queste pagine!


P.S: che poi Courmayeur io la odio, piena com'è di milanesi..

Commenti

Post popolari in questo blog

Non solo chilometri: allenare l'intestino

Contro la corsa a digiuno

Liguria, ti amo ma ti lascio