Dentro al cuore ferito delle Apuane
“Trasforma gli ostacoli in
opportunità” scriveva l'ormai reietto Lance Armstrong.
Voglio sfidarne la damnatio memoriae
perché questa frase mi traghetterà attraverso un 2020 ricco di
imprevisti e povero di gare, e perché penso che possa essere un buon
insegnamento per tutti.
Con questo in mente, a fine lockdown, rispolvero una
vecchia wish-list di itinerari di trekking con il fermo intento di
sfruttare questa estate per godermi di più la montagna senza aver
sempre qualche gara da preparare. Per iniziar bene l'estate in luoghi
dove non ci siano problemi di neve a giugno l'occhio mi cade sulla
traversata delle Alpi Apuane, sogno nel cassetto da un po' e che
avrei dovuto fare zaino in spalla in primavera con altri due baldi
giovani della Sisport, occasione per cui avevo giusto comprato la
cartina. La molla definitiva è la comparsa in primavera di un
Fastest Known Time, che mi fornisce dati tecnici e stimolo a
lanciarmi in questa galoppata abbandonando tenda e fornelletto per un
approccio Balaklava in modalità trail running.
Studiato e ristudiato il percorso,
trovata una poveretta che mi accompagni in questa avventura, fatto un countdown di storie su instagram per creare un po' di aspettative, eccomi
un sabato mattina nel minuscolo paesino di Torcigliano, pronto a
tagliare da sud a nord tutto il Parco naturale delle Alpi Apuane,
davanti a me 55km e 5000m di dislivello per arrivare alla ridente
Vinca, possibilmente prima che calino le tenebre. Un discreto mazzo,
con tanto dislivello e qualche cresta e pezzetto di ferrata, ma parto
con l'obiettivo di stare entro le 10h.
Qui, tranquilli, finisce il resoconto
della Traversata.
Infatti sono qui solo per dirvi quanto
mi abbiano stupito questi monti, nonostante sapessi a cosa andavo
incontro (nel tempo di internet essere impreparati sarebbe una
scelta).
Le Apuane sono montagna vera con vista
mare, le ho sempre guardate con ammirazione passando in treno da
Massa perché si stagliano sull'orizzonte in netto contrasto con
l'appennino ligure e le colline toscane. Sono un coltello seghettato
che taglia il cielo, grigie e verdeggianti allo stesso tempo. E viste
da dentro sono ancora peggio.
All'estremità meridionale ti illudono
brevemente con un paesaggio appenninico, poi dal Monte Prana iniziano
i sentierini stretti, pieni di sassi e radici, festival delle
distorsioni alla caviglia ahimè ben conosciuto anche dai liguri.
Dalla “regina delle Apuane” Pania della Croce si fa sul serio, salite vere, dure, a botta di 1000 e passa metri di dislivello (per i fan: Sumbra e Tambura le altre due vette principali toccate). Tanta roccia, creste affilate da andar su con le mani e monti con imponenti pareti verticali.
Dalla “regina delle Apuane” Pania della Croce si fa sul serio, salite vere, dure, a botta di 1000 e passa metri di dislivello (per i fan: Sumbra e Tambura le altre due vette principali toccate). Tanta roccia, creste affilate da andar su con le mani e monti con imponenti pareti verticali.
Sulla cresta est della Pania, avvolta nella nebbia |
Una breve
parentesi si ha in Isola Santa, una vera gemma incastonata nella
roccia, poi ancora boschi, creste, croci di vetta, vie ferrate. Le
discese sono ripide, tecniche, sassose, i traversi e i tratti con
meno dislivello in realtà sono lenti singletrack coperti dalla
vegetazione e pieni di ortiche.
Il lago di Isola Santa, a circa metà traversata |
Sentierini facili da trovare.. |
M. Tambura, breve pausa dalla nebbia |
Andando verso l'estremità
settentrionale Parco si entra nella zona delle cave di marmo, enormi
squarci bianchi nel cuore delle montagne che caratterizzano con
violenza un paesaggio altrimenti quasi incontaminato. E mi turba
profondamente notare che nonostante le Apuane siano un Geoparco
UNESCO dal 2011 e nonostante vi sia un Parco Regionale che dovrebbe
tutelare, qui le estrazioni proseguano in maniera massiccia (200 cave
circa in attività per un'estrazione di 4-5 milioni di tonnellate di roccia
l'anno), divorando intere montagne e inquinando fiumi e falde
acquifere. E non pensate alla Pietà di Michelangelo, il 75%
dell'estratto delle cave in realtà è carbonato di calcio, i cui usi
industriali sono innumerevoli ma sicuramente poco artistici.
"I nani hanno scavato troppo a fondo... |
... E con troppa avidità" |
Così, riflettendo sulle ferite aperte
delle Apuane, così belle ed aspre, non senza qualche ultima
imprecazione per i sassi e le ortiche che mi accompagnano fino agli
ultimi metri di sentiero, arrivo a Vinca dopo 10h56' dalla partenza.
Decisamente stanco, con le caviglie messe a dura prova da montagne
ancor più cattive e belle di quanto pensassi, con qualche foto di cime
avvolte dalla nebbia nel telefono e tante emozioni da portare a casa. Anche contrastanti.
P.S. Missione FKT compiuta, se volete proprio saperlo
Per approfondire:
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/alpi-apuane-le-montagne-che-scompaiono-per-cavare-il-marmo
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/il_marmo_che_divora_le_apuane_via_4_milioni_di_tonnellate_di_montagna_ogni_anno-1670131.html
https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultura-e-dintorni/economia-mineraria_a-carrara--sulle-tracce-del-marmo-della-discordia/44377160
P.S. Missione FKT compiuta, se volete proprio saperlo
Per approfondire:
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/alpi-apuane-le-montagne-che-scompaiono-per-cavare-il-marmo
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/il_marmo_che_divora_le_apuane_via_4_milioni_di_tonnellate_di_montagna_ogni_anno-1670131.html
https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultura-e-dintorni/economia-mineraria_a-carrara--sulle-tracce-del-marmo-della-discordia/44377160
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