Liguria, ti amo ma ti lascio



Agosto, e Genova è una fornace.
E' tempo di montagna, tempo di Valle d'Aosta.
Non c'è niente da fare, il mare proprio non lo amo. Due giorni e voglio scappare. Sono un pessimo nuotatore, odio la sabbia, il caldo, le spiagge affollate. La montagna è elitaria, come gli alberi si fanno più radi con l'altitudine così diminuiscono anche le persone e, soprattutto, i tamarri ed i palestrati. Non c'è solitudine in spiaggia, non c'è contemplazione, non c'è fatica, non c'è selezione. Ma non sono un alpinista, quindi i pensieri sulla montagna e sul turismo li lascio a chi è più titolato di me.
Mi ritiro in altura e, a poco più di un mese dal Tor des Geants, c'è un senso di missione nel partire.Un senso di ricerca di ciò che non ho trovato in questi mesi qui: dislivello, altitudine, concentrazione.
Prima di scappare dalla torrida Liguria però interrompo le mie imprecazioni contro il caldo per dedicarle un pensiero: tornerò presto, perdonami.
Perdonaci tutti, anzi. Perchè i liguri sono cresciuti spalle al mare e ora quelle spalle le voltiamo alla terra, lasciando abbandonati i terrazzamenti e coprendo i fiumi col cemento. Perdonaci, perchè abbiamo 9 Parchi regionali sul nostro territorio (+ uno Nazionale, anche se fatico ad avere stima per le 5 Terre, che si svendono al turismo selvaggio) ma il massimo contatto che molti di noi hanno avuto con essi è la gita a San Fruttuoso. Con almeno il ritorno in battello, ovviamente.
Perdona chi ha utilizzato le tue aree verdi come poltronificio per amici e conoscenti, ha tentato di trasformarle in una colata di cemento e si è dovuto “accontentare” di tagliare 500mila euro di fondi ai suddetti Parchi.
Perdona me, perchè ti amo ma è meglio se restiamo amici, e le emozioni vere le cerco altrove.

Amo la Liguria, e sono fiero di vivere ed allenarmi qui.
Amo la nebbia di Barbagelata, del Caucaso e del Ramaceto. Amo (e odio, Dio se lo odio!) il vento del Beigua e di Praglia. Amo il Ciaè e i single track di Creto. Amo il Carmo e la Foresta Barbottina; amo il Saccarello ed il Toraggio, montagne vere; amo l'Antola, stella polare di ogni camminatore genovese; amo il Lago delle lame ed il Gifarco, lo Zatta e la Val di Vara, i forti genovesi ed il Fasce.
Ma soprattutto, e qui mi contraddico, amo il mare. Amo buttarmi giù da un sentiero del Monte di Portofino e trovarmi in spiaggia a San Fruttuoso, in maniche corte a Gennaio. Amo camminare sui monti e, nelle giornate migliori, vedere la sagoma della Corsica all'orizzonte. Amo le luci del porto dal Diamante nelle sere invernali.

Eppure, nonostante tutto questo, non vedo l'ora di andare in Val d'Aosta. Perchè?
Perché in fondo è un altra categoria. E' là, idealizzata, nei miei sogni fin da quando ero piccolo. Perché la Liguria è bella, mooolto più varia, ma rimane un gradino più in basso. Perfetta per quando sulle Alpi c'è la neve, per sgranchire le gambe in primavera nelle prime gare ma poi, quando si fa sul serio, la partita si gioca altrove.
Senza dubbio le montagne, quelle vere, sono un'altra cosa. Ma ci sarà un motivo se in Val d'Aosta non mi perdo mai e qui, salvo rare eccezioni, son sempre a guardarmi intorno in cerca di un segnavia? Ci sarà un motivo se in 16 giorni sull'AltaVia dei Monti liguri ho incontrato 4 camminatori?
In Liguria i parchi regionali soffrono, hanno pochi fondi e forse non li sanno gestire. Il Parco nazionale delle Cinque Terre, invece, sfruttando una bellezza più “immediata” da apprezzare attira migliaia e migliaia di visitatori ogni anno. Troppi, per un territorio così fragile.
Può esistere un compromesso tra un territorio svenduto ai turisti ed un modello che continua a difendere e tutelare l'ambiente ma che è incapace di attrarre visitatori e, quindi, soldi?
Come può essere attrattiva la rete escursionistica ligure? Una delle critiche più comuni è l'assenza di strutture ricettive, ma non è del tutto vero. La volontà c'è, l'intraprendenza anche e lo dimostrano il sistema di ospitalità alta via ed il servizio altaviainfoh24 per escursionisti e bikers. Ma si tratta spesso di privati, di Bed&Breakfast, che attirano onestamente meno di bivacchi e rifugi, molti dei quali presenti sul territorio ligure e lungo l'AltaVia aprono pochi mesi all'anno e spesso pochi giorni alla settimana. Perchè non c'è convenienza, bisogna avere un secondo lavoro per sopravvivere.

Nel 2010, per la prima edizione del Tor des Geants, la Regione Valle d'Aosta ha stanziato 500mila euro, circa un quarto di quanto la Regione Liguria stanzia ogni anno ai parchi regionali. Ora i finanziamenti della VdA sono finiti, e quei soldi vengono ottenuti tramite sponsor. Perché hanno saputo creare un evento unico, attrattivo, spettacolare e ora sono in molti a volerci mettere il brand. Quest'anno alla prima edizione del ALVI Trail, gara a tappe di 370km da La Spezia a Ventimiglia, i concorrenti erano poco più di una decina e l'organizzazione decisamente più spartana. Anche senza voler aspirare ai livelli di gare di spessore mondiale, è evidente il differente valore che ciascuna regione dà agli eventi che dovrebbero esaltarne il territorio.
I monti liguri hanno già l'amore di molti volontari, privati ed associazioni locali che si fanno in quattro per organizzare eventi e sistemare strutture e sentieri, ma manca l'input centrale della regione e dei comuni più forti e numerosi (e quindi teoricamente abbienti). Mancano i soldi, manca la pubblicità, manca la gente con le capacità comunicative per rendere attrattivi i parchi e l'entroterra.

Forse, in assenza di significativi e sufficienti fondi “centrali”, l'unico modello attualmente sostenibile è quello di un Parco che è strettamente legato e collaborativo con i commercianti e le strutture al suo interno, per cui è in grado di attrarre ma anche di creare sostentamento per chi in quel territorio vive e lavora. Ma è possibile che si sviluppi questo sistema senza che degeneri nel modello Cinque Terre, invase dai turisti più di Venezia e Firenze e sempre a rischio catastrofe idrogeologica? E riesce un modello simile di Parco a non doversi piegare a compromessi su edificazioni, lavori, uso del terreno e dell'acqua ecc ecc?

Perchè, al momento, l'unica natura che sopravvive è quella che non viene toccata dall'uomo.

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